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segunda-feira, dezembro 17, 2012
sábado, agosto 25, 2012
quarta-feira, agosto 11, 2010
quinta-feira, julho 15, 2010
essa eu vi no: http://city.corriere.it
E nao acaba aqui , mais noticias
essa eu vi no: www.city.corriere.it
“Vuoi lavorare? Commessa a 200 euro al mese” È questa la proposta (“straordinari inclusi”) che una ventenne, con maturità classica in tasca, s’è vista fare a Conegliano Veneto .
Vent’anni, maturità classica in tasca, e in cerca di un lavoro? Commessa a 200 euro al mese, compresi gli straordinari. È la proposta che si è sentita fare una ragazza di Conegliano Veneto (Treviso), nel cuore del ricco Nordest. Delusa e mortificata, ha detto addio ai suoi sogni di indipendenza economica e ha raccontato tutto al padre, un dirigente d’azienda che ha scritto al Gazzettino per denunciare l’episodio. Sei giorni di lavoro su 7: duecento euro Nei giorni scorsi la ragazza si è presentata in un’agenzia di lavoro interinale in cerca di un impiego. Superata una prima selezione fra una quindicina di candidate, le viene offerto un posto da commessa in un negozio di abbigliamento intimo della città: lavoro a tempo pieno per sei giorni su sette a 200 euro netti al mese e, in caso di bisogno, disponibilità a fermarsi a anche un po’ di più. Così per i primi tre mesi, poi si vedrà. Insomma uno stipendio da fame, anche per una ragazza pronta ad ad adattarsi pur di non diventare una “bambocciona”. “Fuori legge” A Conegliano la reazione di commercianti, sindacalisti e degli stessi operatori delle società di ricerca e offerta di lavoro è unanime: un contratto del genere è fuori legge, è un “caso estremo” che per fortuna rappresenta l’eccezione e non la norma, ma in tempi di crisi è un campanello d’allarme non va sottovalutato: “Spero che questo caso non sia il sintomo del ritorno ad una pratica in uso nei laboratori tessili negli anni ‘90 - sottolinea il segretario della Filcams Cgil di Treviso, Luigi Tasinato - quando versavano ai dipendenti lo stipendio previsto in contanti e se ne facevano restituire immediatemente una parte”. Le vostre esperienze Quello della ragazza di Conegliano Veneto non sembra essere però un caso isolato, almeno a giudicare da quanto i lettori di City scrivono sulla pagina Facebook del giornale. “Si scandalizzano perchè è successo al Nord, ma a napoli mi è successo di ricevere per un lavoro di call center di 4 ore al g 6 g su 7 ben 100€ al mese... E non credo si parlasse di contratti...”, scrive Rosa Rossella Cimminiello. “100 € di base , più provvigioni ,,,,, oppure 100€ fissi e solo quelli”, racconta Roberto Romanato. “A me hanno chiesto di lavorare in una fabbrica per prova, due settimane, 80 ore: gratis. In Veneto”, dice invece Laura Martina , e David Chiaramonti rincara: “Ho lavorato un mese in un call center a 300 euro per 30 ore settimanali. E un’altra volta mi è stato proposto uno stage da 40 ore settimanali per 380euro mensili”. Di call center parla anche Viviana Campanella: “Paga minima da fame, 6 cent a telefonata. Provvigioni solo dal 10° contratto andato a buon fine, e cazziatoni se non fissavo almeno 3 appuntamenti al giorno”. E Vitalba Anastasi racconta i mille lavori fatti per poter racimolare almeno mille euro al mese, per poi concludere: “Posso dirmi di essermi sbattuta anche per meno di 200 euro mensili!”. Elisa Pagano dice di aver ricevuto “3,16 euro all’ora per un part time verticale, che si è dimostrato poi essere un 7/7 dalle 6 alle 12 ore al giorno con 30 min di pausa”, e conclude ironica: “Ma anche no?”. Meno ironico “Magico Vento”: “Questa è schiavitù”, dice, “e va repressa senza pietà”.
essa eu vi no: www.city.corriere.it
“Vuoi lavorare? Commessa a 200 euro al mese” È questa la proposta (“straordinari inclusi”) che una ventenne, con maturità classica in tasca, s’è vista fare a Conegliano Veneto .
Vent’anni, maturità classica in tasca, e in cerca di un lavoro? Commessa a 200 euro al mese, compresi gli straordinari. È la proposta che si è sentita fare una ragazza di Conegliano Veneto (Treviso), nel cuore del ricco Nordest. Delusa e mortificata, ha detto addio ai suoi sogni di indipendenza economica e ha raccontato tutto al padre, un dirigente d’azienda che ha scritto al Gazzettino per denunciare l’episodio. Sei giorni di lavoro su 7: duecento euro Nei giorni scorsi la ragazza si è presentata in un’agenzia di lavoro interinale in cerca di un impiego. Superata una prima selezione fra una quindicina di candidate, le viene offerto un posto da commessa in un negozio di abbigliamento intimo della città: lavoro a tempo pieno per sei giorni su sette a 200 euro netti al mese e, in caso di bisogno, disponibilità a fermarsi a anche un po’ di più. Così per i primi tre mesi, poi si vedrà. Insomma uno stipendio da fame, anche per una ragazza pronta ad ad adattarsi pur di non diventare una “bambocciona”. “Fuori legge” A Conegliano la reazione di commercianti, sindacalisti e degli stessi operatori delle società di ricerca e offerta di lavoro è unanime: un contratto del genere è fuori legge, è un “caso estremo” che per fortuna rappresenta l’eccezione e non la norma, ma in tempi di crisi è un campanello d’allarme non va sottovalutato: “Spero che questo caso non sia il sintomo del ritorno ad una pratica in uso nei laboratori tessili negli anni ‘90 - sottolinea il segretario della Filcams Cgil di Treviso, Luigi Tasinato - quando versavano ai dipendenti lo stipendio previsto in contanti e se ne facevano restituire immediatemente una parte”. Le vostre esperienze Quello della ragazza di Conegliano Veneto non sembra essere però un caso isolato, almeno a giudicare da quanto i lettori di City scrivono sulla pagina Facebook del giornale. “Si scandalizzano perchè è successo al Nord, ma a napoli mi è successo di ricevere per un lavoro di call center di 4 ore al g 6 g su 7 ben 100€ al mese... E non credo si parlasse di contratti...”, scrive Rosa Rossella Cimminiello. “100 € di base , più provvigioni ,,,,, oppure 100€ fissi e solo quelli”, racconta Roberto Romanato. “A me hanno chiesto di lavorare in una fabbrica per prova, due settimane, 80 ore: gratis. In Veneto”, dice invece Laura Martina , e David Chiaramonti rincara: “Ho lavorato un mese in un call center a 300 euro per 30 ore settimanali. E un’altra volta mi è stato proposto uno stage da 40 ore settimanali per 380euro mensili”. Di call center parla anche Viviana Campanella: “Paga minima da fame, 6 cent a telefonata. Provvigioni solo dal 10° contratto andato a buon fine, e cazziatoni se non fissavo almeno 3 appuntamenti al giorno”. E Vitalba Anastasi racconta i mille lavori fatti per poter racimolare almeno mille euro al mese, per poi concludere: “Posso dirmi di essermi sbattuta anche per meno di 200 euro mensili!”. Elisa Pagano dice di aver ricevuto “3,16 euro all’ora per un part time verticale, che si è dimostrato poi essere un 7/7 dalle 6 alle 12 ore al giorno con 30 min di pausa”, e conclude ironica: “Ma anche no?”. Meno ironico “Magico Vento”: “Questa è schiavitù”, dice, “e va repressa senza pietà”.
Leiam isso saiu no jornal Corriere di Bologna
lavoro
Cgil, allarme caporalato in Emilia:
«Il 30% degli edili viene sfruttato»
«Ma le buste paga sembrano regolari. In regione ci sono migliaia di part time che lavorano 10 ore al giorno»
Operai al lavoro in un cantiere edile
Operai al lavoro in un cantiere edile
Il caporale esiste ancora. Solo, si è trasformato. Almeno in Emilia-Romagna, secondo la denuncia della Cgil. «Il caporale si è evoluto, ha studiato, e ora fa il consulente del lavoro», è l'allarme lanciato da Valentino Minarelli, della Fillea-Cgil regionale, che lancia una campagna per spingere i lavoratori a denunciare chi li sfrutta.
Secondo il sindacato, il fenomeno ha raggiunto ormai dimensioni preoccupanti: si stima che «il 20-30% degli edili in Emilia-Romagna lavorino con il "patto"». Il «patto», come viene chiamato in cantiere, sarebbe un accordo tra il lavoratore e «caporale», appunto: una paga fissa, con regolare assunzione, inquadramento a un livello basse e pochissime ore lavorate al mese. Ma la busta paga, apparentemente regolare, in realtà coprirebbe lo sfruttamento: vengono conteggiate - fa degli esempi il sindacalista - le ferie godute mese per mese, ma che il lavoratore non fa, viene ufficialmente pagato mensilmente il Tfr, ma il lavoratore non lo riceve, vengono chiesti all'Inps gli assegni familiari di cui il lavoratore ha diritto ma il lavoratore quei soldi non li vede. In un caso citato dal sindacalista la paga «pattuita» era di 900 euro, mentre la busta paga riportava la cifra di 1.800. La differenza? Andava al «caporale».
Cosa c'è sotto? C'è la crisi, che colpisce gli imprenditori (il settore edile ha subito in regione una contrazione del 20% di fatturato), ma c'è anche il crimine organizzato, dicono alla Cgil. E il «caporale» chi è? «Spesso un geometra impeccabile - spiega Rudi Zaniboni, della Fillea reggiana - un capocantiere composto». Zaniboni racconta di aver visto di tutto: «caporali» che assumevano operai affittando anche i loro automezzi (ma si tenevano la metà dell’affitto), quelli che alle 16 passavano i badge di tutti i dipendenti simulando l’uscita dal cantiere (ma restavano poi tutti a lavorare), quello extracomunitario clandestino che sfruttava a sua volta clandestini e che, pensando che forse non l’avrebbero pagato, ha lasciato monetine sotto gli intonaci dei palazzi dove aveva lavorato, per provare (in caso di denuncia) di essere stato lì.
Nei cantieri dell’Emilia-Romagna, continua Minarelli, ci sono migliaia di part time che in realtà fanno tutti i giorni 10 ore, o finti artigiani (con tanto di partita Iva) pagati a 10 euro l’ora. A Reggio Emilia la Fillea apre in media 18 vertenze al mese, otto sono per problemi riconducibili al caporalato. È difficile fare stime complessive del fenomeno, ma c’è un dato - continuano dal sindacato - che fa riflettere: «Nelle casse edili della regione la media oraria mensile dichiarata è di 120 per operaio, quella contrattuale è 173» ricorda il segretario regionale. «Quella reale è 200-220» aggiunge Zaniboni, rimarcando: «non troviamo mai buste page di operai edili con dello straordinario; eppure i cantieri aprono all’alba e chiudono la sera tardi...». Infatti a maggio, su 243 cantieri controllati tra Modena e Piacenza, il 35% aveva irregolarità, 23 operai erano irregolari, 13 totalmente in nero. A Bologna addirittura un cantiere su due è stato trovato irregolare.
Da qui la campagna della Cgil. Da domani, 60 operatori Fillea saranno nei cantieri per sensibilizzare gli operai al tema, distribuiranno magliette e guanti simbolo della campagna. Ma alle istituzioni Fillea-Cgil chiede più attenzione nella redazione degli appalti. Per Minarelli si deve scrivere, nero su bianco, che si può partecipare al bando solo se l’azienda è in regola da tempo con versamento dei contributi e in materia di sicurezza, se i rapporti di lavoro sono contrattualmente corretti, se ha la certificazione antimafia e prevedendo la rescissione automatica del contratto in caso di riscontro di irregolarità.
14 luglio 2010
Cgil, allarme caporalato in Emilia:
«Il 30% degli edili viene sfruttato»
«Ma le buste paga sembrano regolari. In regione ci sono migliaia di part time che lavorano 10 ore al giorno»
Operai al lavoro in un cantiere edile
Operai al lavoro in un cantiere edile
Il caporale esiste ancora. Solo, si è trasformato. Almeno in Emilia-Romagna, secondo la denuncia della Cgil. «Il caporale si è evoluto, ha studiato, e ora fa il consulente del lavoro», è l'allarme lanciato da Valentino Minarelli, della Fillea-Cgil regionale, che lancia una campagna per spingere i lavoratori a denunciare chi li sfrutta.
Secondo il sindacato, il fenomeno ha raggiunto ormai dimensioni preoccupanti: si stima che «il 20-30% degli edili in Emilia-Romagna lavorino con il "patto"». Il «patto», come viene chiamato in cantiere, sarebbe un accordo tra il lavoratore e «caporale», appunto: una paga fissa, con regolare assunzione, inquadramento a un livello basse e pochissime ore lavorate al mese. Ma la busta paga, apparentemente regolare, in realtà coprirebbe lo sfruttamento: vengono conteggiate - fa degli esempi il sindacalista - le ferie godute mese per mese, ma che il lavoratore non fa, viene ufficialmente pagato mensilmente il Tfr, ma il lavoratore non lo riceve, vengono chiesti all'Inps gli assegni familiari di cui il lavoratore ha diritto ma il lavoratore quei soldi non li vede. In un caso citato dal sindacalista la paga «pattuita» era di 900 euro, mentre la busta paga riportava la cifra di 1.800. La differenza? Andava al «caporale».
Cosa c'è sotto? C'è la crisi, che colpisce gli imprenditori (il settore edile ha subito in regione una contrazione del 20% di fatturato), ma c'è anche il crimine organizzato, dicono alla Cgil. E il «caporale» chi è? «Spesso un geometra impeccabile - spiega Rudi Zaniboni, della Fillea reggiana - un capocantiere composto». Zaniboni racconta di aver visto di tutto: «caporali» che assumevano operai affittando anche i loro automezzi (ma si tenevano la metà dell’affitto), quelli che alle 16 passavano i badge di tutti i dipendenti simulando l’uscita dal cantiere (ma restavano poi tutti a lavorare), quello extracomunitario clandestino che sfruttava a sua volta clandestini e che, pensando che forse non l’avrebbero pagato, ha lasciato monetine sotto gli intonaci dei palazzi dove aveva lavorato, per provare (in caso di denuncia) di essere stato lì.
Nei cantieri dell’Emilia-Romagna, continua Minarelli, ci sono migliaia di part time che in realtà fanno tutti i giorni 10 ore, o finti artigiani (con tanto di partita Iva) pagati a 10 euro l’ora. A Reggio Emilia la Fillea apre in media 18 vertenze al mese, otto sono per problemi riconducibili al caporalato. È difficile fare stime complessive del fenomeno, ma c’è un dato - continuano dal sindacato - che fa riflettere: «Nelle casse edili della regione la media oraria mensile dichiarata è di 120 per operaio, quella contrattuale è 173» ricorda il segretario regionale. «Quella reale è 200-220» aggiunge Zaniboni, rimarcando: «non troviamo mai buste page di operai edili con dello straordinario; eppure i cantieri aprono all’alba e chiudono la sera tardi...». Infatti a maggio, su 243 cantieri controllati tra Modena e Piacenza, il 35% aveva irregolarità, 23 operai erano irregolari, 13 totalmente in nero. A Bologna addirittura un cantiere su due è stato trovato irregolare.
Da qui la campagna della Cgil. Da domani, 60 operatori Fillea saranno nei cantieri per sensibilizzare gli operai al tema, distribuiranno magliette e guanti simbolo della campagna. Ma alle istituzioni Fillea-Cgil chiede più attenzione nella redazione degli appalti. Per Minarelli si deve scrivere, nero su bianco, che si può partecipare al bando solo se l’azienda è in regola da tempo con versamento dei contributi e in materia di sicurezza, se i rapporti di lavoro sono contrattualmente corretti, se ha la certificazione antimafia e prevedendo la rescissione automatica del contratto in caso di riscontro di irregolarità.
14 luglio 2010
quarta-feira, julho 14, 2010
eu trabalho
Esse meu trabalho é uma questão de filosofia e pede a minha presença de espírito. Não sei até quando vai durar , pois os sócios não reservam algum interesse pela empresa , pois cada um dos três possuem uma atividade rendível; . Enquanto tiverem o dinheiro que a comunidade europeia deu para eles (90.000 euros , creio ) e enquanto não acabar o prazo de durada da empresa ( 5 anos , a empresa nasceu em 2007) acho que o barco vai indo para frente . Tudo è empurrado com a barriga , mas è aí que vem a necessidade de ter estômago para trabalhar com eles. Para mim tem sido uma mamata , e para esse mês resolvi agir com ainda mais desleixe , apesar de que isso para mim seja difícil , pois sou "Caxias" e gosto de trabalhar bem.
A razão da minha atitude é que vejam bem em Março foi aumentado o salário dos trabalhadores do setor do comercio e para que no papel eu não ganhasse nem um tostão a mais dos míseros euros que tratamos ,agora vem escrito que eu trabalho 17 dias por 51 horas (quando na verdade trabalho 22, 29 dias por uma media de 80 horas) . Na verdade eles estão perfeitamente coerentes com tudo o que foi tratado , mas a verdade verdadeira è que se o Estado que não è nem tão dócil com o cidadão resolveu que o mínimo que o trabalhador tem que ganhar é x e o empresário faz uma mutreta no papel e consegue fazer com que você ganhe menos de x , eu não consigo engolir.
Então depois de tantas reflexões sobre o assunto , pesando as vantagens e desvantagens de estar trabalhando em casa sem patrão nem colega para encher o saco ,encontrei um equilíbrio , creio.
Trabalho exatamente por quanto declaram no papel , pelo resto ENROLO.Nesse exato momento em que vos escrevo estou terminando a hora que trabalho NÃO TRABALHANDO. Romano diz é a que minha única saída , muito cómoda por sinal , e que para uma pessoa madura seria utópico e infantil acreditar que poderia ser diferentemente: O empregado tem que enganar e o empresárioPEDE para ser enganado , pois vai enganar o Estado e o empregado por quanto lhe for possível.
A razão da minha atitude é que vejam bem em Março foi aumentado o salário dos trabalhadores do setor do comercio e para que no papel eu não ganhasse nem um tostão a mais dos míseros euros que tratamos ,agora vem escrito que eu trabalho 17 dias por 51 horas (quando na verdade trabalho 22, 29 dias por uma media de 80 horas) . Na verdade eles estão perfeitamente coerentes com tudo o que foi tratado , mas a verdade verdadeira è que se o Estado que não è nem tão dócil com o cidadão resolveu que o mínimo que o trabalhador tem que ganhar é x e o empresário faz uma mutreta no papel e consegue fazer com que você ganhe menos de x , eu não consigo engolir.
Então depois de tantas reflexões sobre o assunto , pesando as vantagens e desvantagens de estar trabalhando em casa sem patrão nem colega para encher o saco ,encontrei um equilíbrio , creio.
Trabalho exatamente por quanto declaram no papel , pelo resto ENROLO.Nesse exato momento em que vos escrevo estou terminando a hora que trabalho NÃO TRABALHANDO. Romano diz é a que minha única saída , muito cómoda por sinal , e que para uma pessoa madura seria utópico e infantil acreditar que poderia ser diferentemente: O empregado tem que enganar e o empresárioPEDE para ser enganado , pois vai enganar o Estado e o empregado por quanto lhe for possível.
quarta-feira, julho 07, 2010
Un orto in salotto
Então o próximo passo è fazer novamente uma pequena horta no jardim. Vai ser a terceira horta da minha vida , e não vejo a hora de colher os seus resultados . Aguardem noticias das minhas aventuras.
segunda-feira, julho 05, 2010
piante grasse -EXOTICAS PARA INTERIORES
Cari ,
sono arrivate in casa mia le tre piante grasse, spero che queste tre piccole crescano e diventino piu’ belle ancora.
Dedichero’ loro le dovute cure.
Grazie mille per la delicata gentilezza, vi auguro una estate piena di gioia e spensieratezza…..
…..con amicizia
sono arrivate in casa mia le tre piante grasse, spero che queste tre piccole crescano e diventino piu’ belle ancora.
Dedichero’ loro le dovute cure.
Grazie mille per la delicata gentilezza, vi auguro una estate piena di gioia e spensieratezza…..
…..con amicizia
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